"ΑΜΕΣΗ ΔΗΜΟΚΡΑΤΙΑ" ΞΕΝΟΓΛΩΣΣΗ ΒΙΒΛΙΟΓΡΑΦΙΑ. ΜΕΡΟΣ 5ο
Giuseppe Rensi (1995/1902) La democrazia diretta. Piccola Biblioteca Adelphi
Costretto a rifugiarsi in Svizzera all’indomani della feroce
repressione dei moti di Milano del maggio 1898 (i cannoni di Bava Beccaris...),
il giovane militante socialista Giuseppe Rensi vi pubblicava nel 1902 la prima
edizione di questo libro, che regge benissimo il tempo e sembra riemergere nei
momenti più tesi della storia italiana (altre edizioni apparvero nel 1926 e nel
1945). Osservando i caratteri di tre forme di governo (l’antico assolutismo, la
monarchia costituzionale e le forme «repubblicane-democratiche moderne»), Rensi
si poneva un interrogativo che è rimasto centrale: come impedire che una
minoranza organizzata domini sempre una maggioranza disorganizzata? È lo stesso
tema che ritroviamo in Gaetano Mosca e Vilfredo Pareto – e già si delineava in
Tocqueville. Come sempre, Rensi è magnifico nell’analisi, nell’enucleare le
contraddizioni, nel trarre conseguenze da episodi. E la sua critica, spietata e
impassibile nei confronti dell’assolutismo e della monarchia costituzionale,
non è meno corrosiva quando si appunta sulla democrazia rappresentativa:
proprio per salvarla dai suoi mali cronici Rensi introdusse – con un occhio
alla confederazione svizzera – il tema, provocatorio allora come oggi, della
democrazia diretta. La democrazia diretta apparve per la prima volta
nel 1902 col titolo Gli anciens régimes e la democrazia diretta. Lo
riproponiamo qui sulla base dell’edizione del 1926, l’ultima licenziata
dall’autore.
Urbinati Nadia (2013) Democrazia in diretta. Feltrinelli
In Ungheria il primo ministro fa approvare una riforma che
restringe libertà e diritti civili; in Islanda i cittadini ricorrono al
sorteggio per eleggere un’assemblea che riscriva la Costituzione; in Italia un
movimento antipartito cerca con il web di trasportare la democrazia “in
diretta” all’interno della democrazia rappresentativa. C’è da chiedersi che
cosa stia succedendo in questi anni alla democrazia. Si può parlare di una vera
crisi, nonostante la democrazia sia per definizione un governo della crisi? O
non si tratta invece soltanto di una delle molte metamorfosi che questa forma
politica ha conosciuto nella sua ricca storia? Nadia Urbinati parte
dall’analisi delle mutazioni in atto per capire come sia possibile realizzare
oggi la promessa democratica di tenere assieme uguaglianza e libertà politica.
La democrazia moderna ha oscillato tra il rischio di degenerazione oligarchica
delle sue leadership elette e l’impossibilità di garantire a tutti lo stesso
diritto di contare o un’uguale opportunità di voce. Dall’antica polis ateniese
fino al contemporaneo videopopulismo, la democrazia è sempre stata un regime
instabile, precario, in perpetuo movimento, ma proprio per questo equipaggiato
a superare le fasi di rottura e transizione, la perdita di legittimità. Essendo
fondata su quell’unità artificiale di concrete diversità che è la sovranità del
popolo, ha dovuto affrontare una serie di intrinseci paradossi, inventando periodicamente
nuove procedure e nuove istituzioni. Pur restando esposta a minacce come la
tirannia della maggioranza, la corruzione dei partiti, la deriva oligarchica
dei competenti o quella populistica, continua a essere la forma di governo
preferibile per un numero sempre maggiore di persone nel mondo. Questo libro
cerca di spiegarne il perché, evidenziando le concrete trasformazioni in corso
di cui suggerisce le possibili conseguenze mettendo in guardia da pericoli
inediti.
Schiavone Giuseppe (1997) La democrazia diretta: un
progetto politico per la società di giustizia .Edizioni Dedalo
Secondo
Giuseppe Schiavone, la democrazia rappresentativa e parlamentare nella quale
viviamo è solo una forma incompleta di democrazia. La democrazia diretta,
assembleare, che ha avuto una prima realizzazione nell'Atene antica ed è stata
nuovamente tentata nei Comuni medievali, è la forma compiuta e autentica ed è
presente poi, come permanente tensione, in tutta la modernità, dalla
Rivoluzione inglese e francese a quella russa dei soviet, alla contestazione
degli anni '60, alla perestrojka. Il volume ne studia la storia e il progetto.
Benedikter Thomas (2008) Democrazia diretta: più potere
ai cittadini. Un approccio nuovo alla riforma dei diritti referendari. Sonda
La
democrazia diretta, come integrazione di quella rappresentativa, è un concetto
moderno, cresciuto in un secolo e mezzo di applicazione concreta in vari stati
e continuamente in via di perfezionamento in varie realtà del mondo
industrializzato e nei paesi in via di sviluppo. Gli strumenti della
democrazia diretta consentono ai cittadini di decidere in prima persona, ogni
volta che essi lo ritengono urgente e necessario. In Italia negli ultimi 30
anni l'esperienza referendaria ha contribuito a dare un'immagine alquanto
riduttiva della democrazia diretta inadeguata a fronteggiare il fenomeno
dell'antipolitica. Un saggio che illustra come funziona un sistema di
democrazia diretta più completo capace di ampliare le possibilità che
consentono ai cittadini organizzati di partecipare pienamente nell'arena
politica. Introduzione di Beppe Grillo.
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